Davide Peiretti - Torino 1933-2008
Discendente da una famiglia che dal 1870 si occupa di costruzione e restauro di armonium e strumenti ad arco, entra giovanissimo nella bottega del padre e si dedica alla liuteria per vari anni.La passione per la pittura lo porta, poco più che ventenne, a Parigi dove risiede per due anni, entrando in contatto con gli esponenti delle nuove correnti dell'arte contemporanea. Tornato a Torino si iscrive all'Accademia del Nudo diventando allievo di Filippo Scroppo. Sceglie la tecnica informale quale più congeniale alla sua poetica fantastica e diviene parte attiva della vivacissima stagione – tra il 1960 e il 1980 – che vede Torino come centro delle arti figurative, con nomi che acquisteranno fama internazionale. Uomo di appassionata cultura filosofica, umanistica e musicale, legato, oltre ai colleghi pittori e scultori, anche a personalità di spicco del panorama torinese, come il filosofo Sergio Ruffino, il compositore Gilberto Bosco, lo scrittore Alessandro Buffa, etc... Intensa del pari la sua collaborazione con il mondo musicale, mediato dalla moglie Rita e dal figlio Alessandro, entrambi musicisti, che lo portò a realizzare numerose opere ispirate a compositori sia antichi che contemporanei.
Negli anni ‘80 torna ad interessarsi alla liuteria perché gli amici musicisti scoprono ben presto le sue eccellenti qualità di restauratore e riporta in vita strumenti antichi che gli erano stati consegnati in condizioni disperate. Il Conservatorio di Torino, di Alessandria, di Cuneo e la Rai gli affidano i loro strumenti da restaurare. Si ricorda in proposito il suo tempestivo intervento sul violoncello di Mstislav Rostropovich, il prezioso Stradivari "Duport" del 1711, tra la prova generale e il concerto serale del 1990 al Teatro Regio di Torino. Al termine del lavoro, il maestro esternò la sua soddisfazione dimostrando un grandissimo apprezzamento e nel dopo-concerto vari professori d'orchestra non poterono fare a meno di osservare che lo strumento aveva letteralmente cambiato volto rispetto al mattino. Costruisce tre clavicembali per la moglie, tre violoncelli per il figlio e numerosi altri strumenti per musicisti di fama internazionale.
Partecipa a numerose mostre collettive e, nel 1965, tiene la sua prima personale alla Galleria d’Arte “Botero” di Torino. Nel ’67 è vincitore del 1° premio nazionale “Il Punto d’Oro” di Sciacca.
Seguono personali alla Scotland House di Milano, all’Università degli Studî – Collegio Cairoli – di Pavia, alla Galleria “La Cittadella” e alla Libreria “Campus” di Torino, al Forte dell’Annunziata di Ventimiglia, etc...
Nell’82 la Promotrice delle Belle Arti di Torino gli dedica una personale dove espone anche il grande “Telero” (m. 5 x 7), una delle sue opere maggiori.
Esposizioni all’estero:
Istituto Italiano di Cultura di Amsterdam, Banco di Roma di Bruxelles, Music Sources a Berkeley e Istituto Italiano di Cultura di San Francisco.